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TAVOLARA ... nature at work ... working in nature

Tavolara

Quella tenacia e quella perseveranza che spingono alcuni uomini a proseguire nella strada di un futuro profondamente diverso dall'attuale, ma ritenuto più giusto e più conveniente, anche quando si ha consapevolezza di essere in pochi a crederci, hanno caratterizzato anche tutti quelli che sinceramente si sono impegnati nel cammino di istituzione e di gestione delle aree protette.


Dal lontano 1871, quando Frederick Hyden e pochi altri avventurosi esploratori chiesero al governo statunitense di conservare e tenere vivo un incantato tratto di terra americana per le generazioni future (l'attuale Parco Nazionale di Yellowstone), molti sono stati i successi della tenacia e della perseveranza di una fede in un futuro migliore. Yellowstone, e molte aree protette di tutto il pianeta, sono diventati luoghi dove di norma il futuro si è presentato non solo ecologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e addirittura economicamente migliore che in aree simili.


L'AMP di Tavolara Punta Coda Cavallo può essere proprio questo: il catalizzatore di una prospettiva di un futuro non solo ecologico, ma anche sociale, culturale, turistico ed economico migliore. In fin dei conti la tenacia dei visionary men, di coloro che come Fredrick Hyden hanno lottato per decenni per perseguire le loro migliori visioni del futuro è tipica anche della cultura della Sardegna e pertanto non abbandonerà neppure coloro che attualmente credono in un futuro ecologico, sociale, culturale e nel lungo periodo anche economico, sempre migliore per questo incantato tratto di terra sarda
.
Questa è una delle presentazioni del nuovo libro su Tavolara, scritta da Federico Niccolini. Il libro, 288 pagine, oltre 300 immagini a colori, ha almeno 4 chiavi di lettura: ci si può fermare alla visione delle foto per avere una sintesi visiva che non lascia fuori nulla del piccolo incantato tratto di terra sarda. Se si leggono anche le didascalie delle immagini, si entra nel particolare, si colgono dettagli che lo sguardo soltanto non può cogliere. Si può invece scegliere di leggere i primi due grandi capitoli che descrivono la storia e la natura delle isole, fornendo un quadro completo, ma di facile accesso. Si può infine leggere la parte riguardante il Piano di Gestione per cogliere la complessita che sta dietro ad un'attività apparentemente così semplice, quella della conservazione, quando la scommessa è quella di farla diventare un motore di sviluppo compatibile.
Il libro è scritto a più mani, ma non per questo non lo sento mio, anzi è proprio questo convergere di competenze e intelligenze verso un obiettivo comune così alto che lo rende ancora più mio e non se ne abbiano a male gli altri autori. In fondo, quando nel 1984 decisi che sarei venuto a lavorare e a vivere in Sardegna con Tavolara davanti, la scelta era strettamente legata al recente varo della legge sulle riserve marine che indicava Tavolara come una di esse. Ci sono voluti vent'anni perché quell'idea (allora era solo un'idea molto vaga) si traducesse in fatti concreti, ma ne è valsa la pena. Ho voluto fortemente che nel libro fosse messo in evidenza quel passo di Federico Niccolini: esso altro non è che la conclusione del capitolo sull'indagine socio economica e questo la dice lunga su come tutti gli autori abbiano messo nel loro lavoro non solo competenza, ma soprattutto passione. Ed è la passione che, da piccolo visionary man, mi guida nel mio lavoro di divulgatore.

Tavolara
isola delle nuvole
Sardegna
durata 3'08"


© Egidio Trainito